Segnaletica rinforzata per le Olimpiadi, che pare si tengano qui a Londra tra qualche giorno.
Inviti ad andare a piedi, con tanto di cartine distribuite nei punti più affollati.
Continui richiami dai microfoni sulle traiettorie da seguire (la voce impastata di Boris Johnson), gli ingorghi da prevedere e transenne come funghi.
Pubblicità dovunque a cui gli atleti si prestano: dal depilatore per la nuotatrice di sincronizzato, alla giacca in pelle della campionessa di dressage.
La biografia del tuffatore, le bandiere a Conduit street, i documentari e la sigletta della BBC.
I cinque cerchi dipinti sulle corsie delle autostrade per dare la precedenza agli eserciti olimpici.
Per tornare ai pochi centimetri quadrati e cubi che occupo, quattro miglia a piedi non posso farle, neanche in tuta e con il pantaloncino corto, nè tantomeno la spaccata alla fermata (l'omino assomiglia a mio suocero... entrerebbero quindi in gioco complessi edipici mal riposti).
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Andrea alla fermata del 53 |
Non intendo nemmeno alzarmi alle cinque per evitare la calca e beat the queues.
E se fosse tutto un bluff? GetaheadoftheGames.com!
Comunque ci siamo: mentre la city affonda l'euro, la grancassa olimpica parte.
Cronache dalla sportiva Albione, dalla Londinium romana, con l'orgoglio nazionale, il mio intendo, rigorosamente tricolore.
Union Fra.
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My name is Bond, Bond Tube Station |
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