
"Ah sei italiano, possiamo parlare italiano allora...", mi risponde la signora con un forte accento russo e per l'ennesima volta trasformo un incontro occasionale in un'occasione di incontro.
Nella sua agenda non c'è nessuna conferenza italiana ma la council room sembra prenotata e mi spedisce lì indicandomi il tragitto con staliniana precisione mescolando l'italiano con l'inglese cirillico.
Se in un'università dello stivale i docenti, a parte qualche rara eccezione, li distingui lontano un miglio per come se la tirano, per come si vestono e per l'immancabile codazzo brufoloso degli assistenti, in questi corridoi bassi, che si aprono su una doppia scalinata in pietra e su ampi cortili interni, si mescola invece un melting pot di persone in andatura e vestiti casual.
Appena entro nei college mi vien voglia di studiare (sono indeciso tra Psicologia, Letteratura e qualcosa di più scientifico tipo Fisica quantistica), ma dato che sono in anticipo, mi limito a leggere un libro (I Viceré di De Roberto, tanto per farmi del male): una cinquantina di posti a sedere, ritratti alle pareti, carta da parati, moquette, luci insufficienti e fisiognomica spiccia fino a quando abbronzato arriva il senatore della Repubblica.
Silenzio, la delegata del Piddì presenta Carofiglio e dice che è una lettrice accanita dei suoi romanzi, che vorrebbe sentire delle anticipazioni sul nuovo libro ed io ho già l'orticaria: l'ossequio reverenziale è una delle tante cose che dobbiamo cambiare di fronte a chi rappresenta il potere ed il suo lustro. Non iniziamo bene, ma tengo duro.
Parla Carofiglio: dice cose sensate, perché è ormai dell'ovvio che dobbiamo parlare perché è dall'ovvio e dal semplice che dobbiamo ricominciare.
Ma un senatore di sinistra, per giunta cooptato da un sistema elettorale che non elegge e non fa scegliere, non può certo cambiare un intero partito e un intero sistema. Lo ammette lui stesso mentre ci svela qualche anedotto senatoriale.
Io ascolto e penso che ora davvero tocca a noi, alla società civile.
Questa schiatta infatti non può cambiare da sola, non riesce a dimezzarsi di numero proprio come quei tacchini a cui non si può chiedere a quando rinviare la cena di Natale.
Che cosa aspetta Carofiglio e company a ridurre drasticamente i costi della politica? come è possibile che solo dopo due anni di onorato esercizio i parlamentari abbiano diritto alla pensione?
Mi spingo a dire che non dovrebbero nemmeno maturarla e che sia sufficiente la pensione secolare, quella del lavoro. Che cosa aspetta Carofiglio a dire pubblicamente che cosa sia e come vuole che sia realmente un partito di sinistra?
Perché la sinistra per esempio non è capace di scrivere un programma in quattro cinque riforme/punti forti?
Tony Blair ai tempi del New Labour disse chiaro e tondo che per vincere le elezioni bisognava indicare un programma chiaro su cui portare il consenso dei cittadini e ottenuto poi quel consenso, una volta al governo diventava semplice realizzare quel programma*.
Mi sono sentito rispondere da Carofiglio che Blair ha fatto la guerra in Iraq. Che c*** c'entra!?
Noi -non credo infatti di essere il solo- siamo incazzati, noi vogliamo che le cose cambino soprattutto a sinistra e che la politica ritorni ad essere cosa di tutti e passione civile e meglio che rinunciate ai vostri privilegi, che parliate in modo chiaro, e sappiate affrontare e rispondere alla crisi economica strisciante, drammatica... In questa vacanza della politica non è un caso che i poteri forti dell'economia e delle finanza abbiano buon gioco a dettare l'agenda ai governi.
Un'ultima cosa e adesso parlo proprio a Lei, senatore** della Repubblica, mi viene a dire e giustamente che è tempo di separare gli affari dalla politica, allora non venga a parlare in una sala dove in un angolo si vendono i suoi romanzi. Poteva evitarlo.
Piuttosto faccia qualcosa, ne ha l'autorevolezza, il tempo e l'occasione, altrimenti è uguale a tutti gli altri, altrimenti a casa!
Esco da King's College con la voglia di spaccare il mondo e penso al maialino dei Pink Floyd che gonfio d'aria svolazza sulla Battersea Power Station, a quel porcellum attaccherei i novecento e più nostri parlamentari e ooopss lascerei la presa, lor signori cascherebbero sul morbido ma almeno ci sbarazzeremmo di vent'anni di mala politica (come sostiene lui qui).
A Liverpool intanto è iniziata la conferenza annuale del Labour. La differenza, perché non posso che fare paragoni, è imbarazzante.
A sognarla una sinistra così in Italia.
Il fraguerrafondaio
*"If you are in Opposition, people don't expect you to know it all. They are not asking for reams of details, they just want to know where you stand - on spending and tax; on law and order; on defence; on Europe; on public services. Here two things are vital for an Opposition: keep it simple; keep it coherent. By keeping it simple, I mean not surface only. I mean: clear!" Tony Blair, A Journey, Arrow Books 2010.
**mi farebbe piacere se il senatore rispondesse, vediamo...
ciao fra, il senatore non ti risponderà, non è, non sono in grado,
RispondiEliminama tu continua a scrivere... oltre a francesco merlo rimani solo tu da londra a dire cose sensate... qui ci tocca sopportare bersani e la finocchiaro, e non dirmi che sparo sulla croce rossa...
buone cose e fai una capatina per me al quel luogo meraviglioso del soane's museum.
cesare